SU CENTRO DEL MUNDO HANNO
SCRITTO:
"Un'idea musicale eccentrica che coltiva una pianta segreta:
l'incontro, l'impegno, l'intelligenza del cuore
.a distanze
siderali dalla claustrofobia di una musica etnica calligrafica,
consolatoria. Il disco è un atlante di luoghi e lingue.
E' etno pop ricercato, world d'autore
che celebra l'incontro
tra Khaled e Battiato, tra Morrisey e Noa. Il centro del mondo
è una conchiglia luminosa e simbolica".
Diario della settimana, Gianluca Veltri
"Centro del mundo è una delle più belle
canzoni degli ultimi anni della musica italiana. E' meticcia,
caliente, aromatica, elegantissima, di una raffinatezza mediorientale
seducente come poche". La Gazzetta del Mezzogiorno,
Francesco Costantini
"Centro del mundo è quello che possiamo considerare
ad oggi il capolavoro del gruppo. Le canzoni parlano arabo,
italiano, francese, inglese; saltano a piè pari ogni
confine e lo fanno con una grazia, un'eleganza e un'intensità
poetica di grande respiro, costruendo un percorso sonoro di
straordinario fascino"
Tutto musica, Federico Fiume
"Centro del mundo alterna vorticosamente nel giro di una
sola strofa inglese, francese, spagnolo, italiano
qui,
in questi pochi minuti di vertigine sta la chiave di volta dell'intero
lavoro
una sorta di rai italiano, di pop intimamente meticcio,
capace di cantare i sentimenti di chi vive a cavallo fra due
culture".
Corriere del Mezzogiorno, Fabrizio Versienti
"Centro del mundo è il risultato dell'attitudine
a guardare oltre i confini decisi sulle carte dei politici
.elettronica
e suoni orientali, lingua italiana e lingua araba si incontrano
per trasformarsi in una musica dai confini sfumati, affascinante
come la diversità"
Musica! di Repubblica, Emiliano Corretti
"Come il mare si resta a guardare il nuovo disco dei Radiodervish
o lo si ascolta... Quattordici ceselli preziosi di ritmo e cuore,
a partire dalla lingue molteplici di Centro del mundo. Proprio
in questo aleph di convergenze porta il lavoro che, davvero,
emoziona"
La Repubblica Bari, Antonella Gaeta
"Un linguaggio originale che riassume e alterna una pluralità
di lingue, dall'arabo all'italiano, dal francese all'inglese
allo spagnolo. Dodici brani che permettono di fare un viaggio
raffinato ed emozionante tra immagini, parole e suoni e di respirare
incantate atmosfere di città fascinose e catturanti come
Il Cairo e Bombay, Erevan e Beirut".
La Sicilia, Osvaldo Scorrano
"Archi, accordi mediorientali e chitarre nostrane raccontano
di un uomo di frontiera. Un uomo planetario alla ricerca di
un mondo con più centri. Tanto sentimento e poco sentimentalismo
sembra essere la formula del duo musicale".
Avvenimenti, Remo Barbieri
"Quella dei Radiodervish è world music in senso
ampio, esempio di integrazione tra culture diverse
tradizioni
mediterranee e mediorientali rimescolate con la cassa del rock
pop anglosassone".
La Repubblica Milano, Massimiliano Leva
"Album di suggestioni ed emozioni che unisce istanze mediorientali
ed italiane, che mischia, in un meltin'pot cultural/musicale,
differenti lingue e sonorità. Il lavoro del gruppo non
si ferma alla superficie, ma ne scalfisce la scorza ed arriva
alla polpa, alla quella capacità di fusione culturale
e razziale, oltre che politica, tipica della musica".
www.vinile.com, Luca Trambusti
"Centro del mundo è un album di estrema eleganza
e di grande fascino, fra suggestioni mediorientali e delicati
intarsi ritmici e strumentali. Michele Lobaccaro e Nabil Salameh
raccolgono in quattordici brani l'evoluzione e la maturazione
artistica della loro musica".
www.kwmusica.kataweb.it, Federico Fiume
"Ascoltando i brani di Centro del mundo si ha la sensazione
che questo centro in realtà sia ovunque e in nessun luogo,
per usare un'espressione cara ai mistici. E' una musica destinata
a non mettere radici geograficamente in alcun luogo se non nel
centro dell'essere"
www.cupacupa.com, Fabrizio Piepoli
Ciò che colpisce in questo disco è la calda
e avvolgente limpidezza del suono. Centro del mundo è
la dimostrazione pratica ed evidente che si possono produrre
una musica e una cultura completamente nuove, che non sono più
solo italiane o solo arabe, ma realmente e profondamente mediterranee
Rockerilla, Giancarlo Susanna.
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